Tra la terra e il cielo by Peter Frankopan

Tra la terra e il cielo by Peter Frankopan

autore:Peter Frankopan [Frankopan, Peter]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2023-10-05T12:00:00+00:00


XV

LA FUSIONE TRA IL VECCHIO E IL NUOVO MONDO

1500 ca - 1700 ca

Un’altra grande pestilenza ha colpito questa terra, portando morte e distruzione alla popolazione indigena.

DIEGO MUÑOZ CAMARGO (fine XVI secolo)

La formazione di rotte che attraversavano l’Atlantico costituiva solo un elemento di un tessuto molto più ampio di collegamenti che univa gran parte delle masse continentali del mondo. Cinque anni dopo la partenza di Colombo verso ovest, Vasco da Gama aveva doppiato la punta meridionale dell’Africa, si era diretto a nord fino a Malindi e aveva attraversato l’oceano Indiano fino a raggiungere le coste dell’odierno Kerala nell’India meridionale. Presto altri seguirono i suoi passi, navigando non solo lungo le coste dell’Africa o anche sino al Mar Rosso, al golfo Persico e all’Asia meridionale, ma oltre, arrivando in Sri Lanka e in Asia sudorientale e orientale. Nell’arco di pochi decenni le navi attraversavano il Pacifico in lungo e in largo, creando quel che potremmo ragionevolmente descrivere come un sistema commerciale globalizzato.

Il fenomeno andò di pari passo con una drammatica trasformazione ecologica, anch’essa globale per natura, portata e impatto. Spesso si rivolge l’attenzione alla ridefinizione delle frontiere politiche dovuta alle forze del colonialismo e alle conseguenze sociali ed economiche di contatti nuovi e anche più profondi, e di integrazioni a livello locale, regionale e intercontinentale, ma anche il rimodellamento dell’ambiente naturale ebbe esiti di portata straordinaria. Flora e fauna furono trapiantate in nuovi ambienti, a volte intenzionalmente, a volte no. Confini ecologici demarcati da condizioni climatiche divennero frontiere per l’interazione umana. Mentre il Vecchio Mondo espropriava e rifoggiava il Nuovo a sua immagine, il nostro immaginario comune e la concezione dell’ambiente naturale furono rimodellati così nettamente da distorcere il nostro modo di pensare la storia.

Per esempio, nel mondo odierno, associamo i pomodori alla cucina greca e italiana, o forse a quella della Spagna, patria di feste in cui si lanciano pomodori come «La Tomatina», celebrata tutti gli anni vicino a Valencia. Colleghiamo la paprika al gulasch, piatto nazionale ungherese, l’ananas all’Africa tropicale e all’Asia sudorientale, i peperoncini all’India, le arachidi alla salsa satay della Thailandia e della Malesia, e le patate all’arrosto domenicale che è il marchio distintivo dei fine settimana inglesi trascorsi in famiglia. Ma nessuno dei cibi appena citati è nativo dell’Europa, dell’Africa o dell’Asia: sono tutti prodotti delle Americhe.1

Non si trattò quindi soltanto di una maggiore disponibilità di prodotti e della loro diffusione in diverse parti del mondo, ma di una rivoluzione ecologica globale in piena regola. Il processo attraversato fu quello di raccogliere, sfruttare e consumare risorse che portarono a un cambiamento dei paesaggi, a una trasformazione degli ecosistemi e a nuovi modelli di insediamento umano dovuti all’impiego della forza lavoro necessaria per seminare, mietere, estrarre e spedire alimenti, minerali, materiali e altri beni a chi era in grado di pagare per averli. Tutto ciò fornì a sua volta motori di crescita economica e di cambiamento sociale condensati in modo sproporzionato in centri di potere che riuscirono così a consolidare e mantenere il controllo sulle risorse fondamentali, militarizzare e tutelare rotte commerciali e proteggersi da concorrenti e rivali sia in patria sia all’estero.



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